«Le aziende devono trasformarsi radicalmente per poter sopravvivere e sviluppare il proprio business»
Intervista a Milena Folletti, Dirigente d’azienda, Certified Board Member
Quali riflessioni l’hanno spinta a partecipare al corso Certified Board Member (CBM)?
Le ragioni principali sono due: ampliare e aggiornare le mie competenze e fare networking. Chi siede in un consiglio di amministrazione deve essere aggiornato su strumenti e responsabilità della gestione ordinaria dell’azienda, ma anche avere uno sguardo al futuro, orientato agli indirizzi strategici e organizzativi. Pensiamo per esempio alla digitalizzazione: un tema molto vasto e dirompente che cambia non solo le regole, ma anche i campi da gioco e a volte persino le squadre concorrenti. Le aziende devono trasformarsi radicalmente per poter sopravvivere e sviluppare il proprio business. I CdA si modificano di conseguenza, integrando profili in grado di saper leggere i nuovi contesti, stare al passo coi tempi e anticipare il più possibile gli scenari futuri. Accrescere le competenze e confrontarsi con altre persone nella tua stessa situazione rappresenta un approccio virtuoso. Affrontare esempi e problemi concreti, pure. Il corso CBM offre un giusto equilibrio tra teoria e pratica e parecchie occasioni di incontro e scambio tra le e i partecipanti, con relatrici e relatori e con i testimonial.
Dalla sua biografia professionale emerge una solida esperienza nella comunicazione, con ruoli di prestigio in Ticino (RSI) e in Svizzera, dove è stata membro della Commissione federale dei Media. Un Consigliere d’Amministrazione dialoga con diversi stakeholder, dagli azionisti all’opinione pubblica tenendo anche rapporti con i giornalisti. Quanto è importante per un Board Member essere anche un buon comunicatore?
Ho fatto parte del CdA di Publisuisse (società che gestiva la pubblicità sui canali SRG SSR) nel momento della sua trasformazione in Admeira e confermo che comunicare bene è tanto importante quanto difficile. Innanzitutto perché ci si muove in contesti di estrema complessità ed è paradossalmente necessario decidere cosa non comunicare per aumentare la chiarezza senza omettere dati importanti. Poi perché scegliere il momento e il canale giusti è fondamentale, almeno quanto l’oggetto stesso della comunicazione. Infine perché al giorno d’oggi le fughe di notizie sono all’ordine del giorno e recuperare uno “storytelling” che si è imposto e che si diffonde è difficilissimo. I social media hanno aggiunto un’ulteriore difficoltà, che impone velocità, reattività e capacità di analisi rapida. Se poi dobbiamo comunicare in tempo di crisi, la difficoltà aumenta esponenzialmente poiché la situazione evolve in continuazione, con sollecitazioni da parte di tutti gli attori. Un ruolo centrale lo svolge la comunicazione interna, che va sempre tenuta in considerazione, perché ogni comunicazione all’esterno ha un riverbero interno. Essere un buon comunicatore significa dare sempre la sensazione di avere la situazione sotto controllo ed esprimere il più possibile sentimenti rassicuranti, elementi decisivi sia per le relazioni con l’esterno che con l’interno delle aziende.
Come ha integrato nella sua attività professionale le competenze acquisite durante la formazione?
Ho potuto innanzitutto avere un’immagine completa dei campi di competenza di una consigliera di amministrazione, elemento chiave per agire correttamente nei confronti del management operativo. La distinzione dei compiti diventa un fattore vincente soprattutto nei momenti di sviluppo di nuove strategie, oppure in quelli di difficoltà e ognuno degli attori (management operativo e CdA) deve avere bene in chiaro il proprio ruolo e i propri limiti di azione. Di particolare utilità l’aggiornamento sugli aspetti legali e normativi, in continua evoluzione. Non certo per sostituirsi ai professionisti del mestiere, ma per essere in grado di anticipare le eventuali problematiche e definire tempestivamente, insieme, piani di azione puntuali. Un altro elemento molto utile nella pratica del mio lavoro in azienda è stato quello relativo alle relazioni con gli stakeholder interni ed esterni: modulare la comunicazione a seconda degli interlocutori e degli obiettivi prefissati è pratica corrente. Il corso permette, su questo e altri punti, di disinserire il pilota automatico e riconsiderare, verificandoli, i propri modi di agire.